Blog di Giorgio Tartaro
Dieci domande a Luigi Prestinenza Puglisi
- Giorgio Tartaro
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Dieci domande a oggi atterra sulla scrivania di Luigi Prestinenza Puglisi, uno dei più attivi e caustici critici di architettura. Luigi, che conosco da tanti anni, riesce nella mirabile impresa di dare risposte più sintetiche delle domande. Caustiche e dense! La scelta è di non mettere immagini. Potete trovare tutto su LPP qui.
La prima è una domanda personale. Da dove ti arriva tutta questa energia?
Sono un fondista, vado a basso regime di giri.
Ti ho conosciuto tanti anni fa, io giovane redattore a Modo, tu critico e direttore, tra l'altro, di collane di fantastici libri/monografie sui grandi architetti. Sintesi, velocità, continui salti di registro. Tecnica per catturare l’attenzione?
Cerco di scrivere chiaramente quello che penso. Anche ciò di cui preferirei non parlare.
Sei uno dei più prolifici creatori di format e squadre di lavoro (evviva i giovani!). Come si fa a mantenere alto il livello?
Sono un vampiro ma anche un donatore di sangue.
Innamoramenti e cali di passione. Quando si parte con tanti nuovi progetti c'è il rischio di tirare poi i remi in barca. Normale, fisiologico. E allora, sempre aiutandoci con le metafore, da quale corrente favorevole ti fai trasportare ora?
Vorrei scrivere la storia dell’architettura che nessuno ha avuto il coraggio di scrivere.
È assolutamente una mia impressione ma in un certo periodo del tuo percorso, nella tua lodevole azione di divulgazione della cultura architettonica (non contrapposta alla critica) sembravi affascinato dal gossip. È così?
Quello che si chiama gossip è una componente del mio racconto. Se non capisci gli artisti e le loro motivazioni, ti fai infinocchiare dalle loro chiacchiere. La storia è fatta di uomini non di superuomini.
Hai capacità e intuito per cavalcare i mezzi di comunicazione. Ricordo la puntata di designbook su Leonardo TV in cui facesti innamorare i telespettatori presentando le case più belle del mondo. Ora sei una star dei social network, con i tuoi post potenti e le tue serie sugli architetti. Quanto ti piace?
Sono un esibizionista.
Una inevitabile domanda sul ruolo della critica di progetto. Si faccia una domanda e si dia una risposta.
Cosa vorrebbe scritto sulla propria tomba? Non sono pronto.
L'Italia è il Paese dei campanili. Per forza di cose, anche chi scrive di architetti, è più “vicino a”, dialoga “meglio con”. È possibile una almeno presunta equidistanza nordica?
Non credo a chi si finge equidistante in pubblico, ammiro chi tenta di farlo macerandosi in privato.
Cosa pensi di azioni collettive per arrivare a riconoscimenti normativi? Questo manifesto per una legge italiana sull’architettura?
Penso che una legge seria sull’architettura in Italia non la faranno mai. Ma vale la pena combattere anche per battaglie che si sa in partenza che si perderanno.
Su un aereo viaggiano... No dai, scherzo. Però chiudiamo con il botto. Hai la possibilità di commettere un atto contro la storia (o il presente). Puoi cancellare tre edifici o masterplan (escluso Citylife). Quali? E con cosa “sostituiresti”?
E se abbattiamo gli edifici di Botta, Gregotti, Purini e Aulenti come faccio poi a criticarli?
www.prestinenza.it